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EARTHLINGS: TERRESTRI

mercoledì 2 settembre 2009

da "Liberazione animale" di P. Singer

Pubblicato da ADELE

La nostra concezione della natura degli animali non umani, nonchè alcuni ragionamenti scorretti circa le implicazioni della nostra visione del mondo naturale forniscono un ulteriore sostegno ai nostri atteggiamenti specisti. Da sempre amiamo considerarci meno feroci degli altri animali: Dire che una persona ha spirito "umanitario" equivale a dire che è buona; dire che è "bestiale", "brutale", o semplicemente che si comporta come un animale significa suggerire che è malvagia e crudele. Raramente ci soffermiamo a riflettere sul fatto che l'animale che uccide con meno ragioni per farlo è l'animale umano.
Consideriamo feroci i leoni e i lupi perchè uccidono; ma essi devono uccidere, o morire di fame. Noi uccidiamo gli altri animali per divertimento, per soddisfare la nostra curiosità, per adornare il nostro corpo, per compiacere il nostro palato. Gli esseri umani uccidono anche membri della loro stessa specie per avidità o desiderio di potere. Inoltre, gli umani non si accontentano semplicemente di uccidere. Lungo tutto il corso della storia essi hanno manifestato la tendenza a tormentare e torturare i loro simili sia umani che nonumani prima di metterli a morte. Nessun altro animale sembra molto interessato a farlo.

Noi sorvoliamo sulla nostra ferocia, mentre enfatizziamo quella degli animali. Grazie alle accurate osservazioni compiute da zoologi nel suo habitat naturale, noi sappiamo oggi per esempio che il famigerato lupo, il cattivo di tanti racconti popolari , è un animale altamente sociale, un partner affezionato e fedele (non per una sola stagione, ma per tutta la vita), un genitore sollecito e un leale membro del gruppo. I lupi non uccidono pressochè mai se non per mangiare. Se i maschi combattono fra loro, lo scontro termina con un gesto di sottomissione in cui il vinto offre al vincitore la gola- la parte più vulnerabile del suo corpo. Con le zanne a soli due o tre centimetri dalla vena giugulare del suo avversario, il vincitore si accontenta della sottomissione e, a differenza di un vincitore umano, non uccide il nemico sconfitto.

da "LIBERAZIONE ANIMALE" di Peter Singer

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