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EARTHLINGS: TERRESTRI

domenica 20 settembre 2009

Difficoltà di comunicazione

Pubblicato da RODOLFO

Recentemente, da quando ho approfondito alcuni aspetti della vita quotidiana, ho dovuto prendere atto, della necessità di riconsiderare sotto una nuova luce, alcuni rapporti interpersonali, con amici, conoscenti ed a volte anche con parenti molto stretti.

Sono consapevole di quanto sia davvero difficile far comprendere il proprio punto di vista.

Una delle principali regole della comunicazione afferma che " io dico quello che tu capisci" con ciò sottintendendo che il reale significato di un messaggio ed i suoi effetti sono unicamente quelli interpretati dal proprio interlocutore.

Quando parlo del mio stupore sul fatto di aver vissuto tutta la mia esistenza all'oscuro delle innumerevoli informazioni circa l'origine dell'alimentazione di derivazione animale, la varietà di reazioni è sorprendente.

C'è chi rimane sbigottito, chi interessato formula nuove domande sul tema, chi invece aprioristicamente si chiude in un immotivato disinteresse.

Fin qui nulla di strano, perché lo scambio di opinioni si prefigge un arricchimento reciproco ovvero un chiarimento su opposte visioni.

Tuttavia alcune volte (per mia fortuna), con grande stupore, mi è capitato di sentirmi come "sotto assedio", in quanto la reazione al mio desiderio di condividere i personali sentimenti su un tema scottante di tipo etico come quello animalista, ne ottengo di rimando una sproporzionata reazione di forte ed aprioristica contrarietà, che sul momento non riesco a limitare o ridurre in modo analitico.

E' ovvio che non ho secondi fini e quindi non ho alcun interesse che il mio interlocutore mi dia ragione o sostenga la veridicità delle mie asserzioni. Il mio entusiasmo nel parlarne è dovuto alla mia certa convinzione che, analogamente alla mia esperienza, forse anche ad altre persone non è mai capitato di analizzare ed approfondire il tema dell'alimentazione vegetariana e dei suoi effetti sull'ambiente.

Ebbene quello che più di ogni altra cosa mi amareggia, è la sensazione che a volte il mio interlocutore si senta colpevolizzato dalle mie parole, ed allora ne deriva un'automatica irritazione e rigidità con non ben precisate giustificazioni che portano il dialogo su altre prospettive, molto spesso causa di un deterioramento dei rapporti interpersonali.

Quando il diverbio si fa acceso, capita spesso di fare affermazioni fuori luogo che nulla hanno a che vedere con il tema del dialogo, tutto ciò ovviamente non contribuisce ma piuttosto frena irrimediabilmente ogni possibilità sul buon esito della globale discussione.

Tali circostanze mi hanno fortemente turbato ed avvilito, lasciandomi dentro un senso di vuoto e di colpa, poiché da individuo responsabile come mi ritengo di essere, dovrei cogliere il momento in cui si rende necessario lasciare perdere, il punto oltre il quale non si può andare ed è impossibile condividere con il prossimo l'esplosiva novità che mi porto dentro da mesi.

In questa sede pertanto mi premeva precisare che il vegetariano per scelta etica, dovrebbe poter individuare selettivamente le persone con le quali intende approfondire determinate questioni, evitando nella maniera più categorica di forzare tutti i delicati temi riguardanti per esempio lo specismo, l'inutilità degli esperimenti da laboratorio con test su animali, l'equivalenza dei cibi vegetariani con quelli abitualmente in uso di derivazione animale, con soggetti acritici ed aprioristicamente certi di essere già a conoscenza di questi problemi, tuttavia secondari rispetto ad altri a loro giudizio più rilevanti.

Il famoso libro di Peter Singer intitolato "liberazione Animale" descrive in modo assolutamente efficace, credo nel quarto o quinto capitolo, tutte le comuni reazioni al tema della tutela degli animali non umani, tra le quali quella sopra indicata.

Sono certo che, ad ogni buon conto, non è necessario perdere un rapporto di amicizia e di affetto solo per aver ponderato male e affrontato in maniera troppo diretta questo tema, che solo il tempo consentirà di essere assorbito gradualmente da tutti gli strati della moderna società come fu anche un secolo fa per il problema dello schiavismo.

5 commenti:

  1. Grazie, per aver dato voce nel miglior modo possibile ad esperienze e frustrazioni che anch'io vivo e affronto ogni giorno.
    Grazie per ogni singola parola.
    A te, e ad Adele (che è mia amica su Facebook):
    siete grandi.
    Francesca

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  2. Siete grandi tutti e due!!
    Anch'io sono con voi anche se intorno a me vedo solo indifferenza!
    Buona giornata e buon lavoro!!
    Donatella

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  3. Grazie di cuore per le vostre parole. Purtroppo i tempi non sono ancora maturi ma sono certo che le grandi evidenze hanno la capacità di farsi strada da sole a volte anche con particolare dirompenza.
    Non sarà certo l'indifferenza a far sopire il sempre più consistente coro di indignazione, contro una gratuita crudeltà verso gli indifesi animali, peraltro deleteria sia all'uomo sia all'ambiente.

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  4. condivido le tue considerazioni,ke potrei generalizzare x qualsiasi altro argomento si possa affrontare con amici e conoscenti con la netta percezione di mancanza di condivisione e flessibilità.
    In riferimento all'argomento specifico personalmente credo sia un tema interessante, ke mi ha spesso stuzzicato,ma forse nn abbastanza x approfondirlo a dovere.
    Questa potrebbe essere una buona occasione,non credi?
    Lella

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  5. Certo Lella...ogni momento è buono per accostarsi ad uno stile di vita vegetariano rispettoso della propria e dell'altrui vita ;-))

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