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EARTHLINGS: TERRESTRI

domenica 20 marzo 2011

L'ISTINTO DI FUGA

"Qualsiasi animale, a prescindere dalla specie cui appartiene, reagisce a un attacco contro la propria sopravvivenza con uno fra questi due schemi di comportamento: la fuga, oppure l'aggressione e la violenza, e cioè la lotta. Nel dirigere ciascun comportamento, il cervello funziona sempre come una unità; di conseguenza, i meccanismi cerebrali che avviano e limitano questi due schemi differenti di auto-conservazione sono strettamente collegati l'uno all'altro, oltre che a tutte le altre parti del cervello; il loro funzionamento adeguato dipende dalla sincronizzazione di diversi sottosistemi complessi, in equilibrio delicato fra di loro". (W. H. Mark e F. R. Ervin, 1970.)


I dati esistenti sulla fuga e sulla lotta come reazioni di difesa conferiscono una strana luce alla teoria istintivistica dell'aggressione. Sotto l'aspetto neurofisiologico e comportamentale, l'impulso di fuggire ha, nel comportamento animale, lo stesso ruolo, se non un ruolo più importante, dell'impulso di lottare. Dal punto di vista neurofisiologico, entrambi gli impulsi sono integrati allo stesso modo; è totalmente infondata la tesi che l'aggressione sia più «naturale» della fuga.

Perché, allora, gli istintivisti preferiscono parlare dell'intensità degli impulsi aggressivi innati, piuttosto che dell'innato impulso di fuggire?

Applicando il ragionamento degli istintivisti all'impulso di lottare o di fuggire, si arriverebbe a questo tipo di affermazione: «L'uomo è spinto da un innato impulso di fuga; potrà tentare, con la ragione, di controllare questo impulso, tuttavia questo controllo si dimostrerà relativamente inefficiente, anche se è possibile trovare alcuni strumenti per ridurre il potere dell'"istinto di fuga"».

Considerando tutti i discorsi che sono stati fatti sull'innata aggressione umana, come uno dei più gravi problemi sociali, a cominciare dalle enunciazioni religiose fino all'opera scientifica di

Lorenz, una teoria incentrata sull'«incontrollabile istinto di fuga» umano potrebbe sembrare strana, mentre, sotto l'aspetto neurofisiologico, è valida quanto quella dell'«aggressione incontrollabile». A dire il vero, dal punto di vista biologico, la fuga sembrerebbe molto più efficace della lotta, agli effetti dell'autoconservazione.

Una conclusione che non apparirà affatto buffa, anzi del tutto ragionevole ai leaders politici e militari. Essi sanno per esperienza che la natura umana, a quanto pare, è poco incline all'eroismo, e che bisogna darsi molto da fare per motivare l'uomo a lottare e per impedirgli di fuggire e salvare la vita.


da "Anatomia della distruttività umana" di Erich Fromm


2 commenti:

  1. Ciao Rodolfo,
    il tuo commento da me, non potrebbe trovarmi maggiormente d'accordo... infatti credo ke ogni animale, dovrebbe proprio scappare a gambe levate ogni qualvolta veda l'uomo, xkè quest'ultimo è suo nemico, sempre & comunque, vista la sua innata dis-umanità !!!
    Possiamo solo sperare ke il numero dei veg, continui ad aumentare fino a divenire la maggioranza !!!

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  2. Ciao Fiore mi auguro davvero che la tua speranza possa concretizzarsi il più rapidamente possibile. I fatti di questi giorni mi fanno credere tuttavia che questo pianeta abbia il tempo contato. Stiamo implodendo con le nostre mani. Che tristezza!

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