La consapevolezza di essere in un mondo prepotente, estraneo, e il conseguente senso di impotenza potrebbero facilmente sopraffare l'uomo. Se si sentisse interamente passivo, un semplice oggetto, sarebbe privato del senso di avere una volontà, una propria identità.
Come compensazione deve acquisire la sensazione di essere capace di fare qualcosa, di avere influenza su qualcuno, di «far presa», o, per usare l'espressione più corretta, di essere «efficace». Oggi usiamo tale parola in riferimento a uno speaker o a un venditore «efficace», o «efficiente», cioè a qualcuno che riesce a ottenere dei risultati.
Ma questo è un deterioramento del significato. originale del termine (che deriva dal latino "ex-facere", fare). Essere efficace è l'equivalente di: far procedere, compiere, realizzare, portare a termine, adempiere; una persona efficace ha la capacità di fare, di produrre, di compiere qualcosa. Essere capace di far qualcosa significa non essere impotenti, ma vivi, funzionanti. Essere in grado di fare significa essere attivi e non soltanto "influenzati"; essere attivi e non solo passivi. E', in ultima analisi, "la prova di esistere". Il principio può essere formulato così: "Sono perché agisco efficacemente".
da "Anatomia della distruttività umana" di Erich Fromm